Nell’ultimo rapporto dell’APEC – Asia Pacific Economic Cooperation, redatto sulla base dei dati raccolti e analizzati da The Burning Glass Technologies, sono contenute alcune osservazioni sul rapporto fra lavoro e skill digitali che riteniamo importanti anche per chi vive in Occidente.
Iniziamo da Singapore, dove l’economia è già stata completamente rimodellata dal digitale, e dove la richiesta di skill digitali è la più elevata fra le economie (loro non parlano di Paesi) che fanno parte dell’APEC e che comprendono anche Corea del Sud, Giappone, Filippine, Australia, Nuova Zelanda…
A Singapore ormai il 12% dei lavori richiede competenze digitali, e la richiesta per le prime dieci skill indispensabili è cresciuta negli ultimi anni all’impressionante tasso del 3000%, una crescita causata dall’impellente richiesta di competenze digitali per lavori che prima non le contemplavano fra le priorità per l’assunzione.
Il report si sofferma poi sulla crescita del livello salariale di ingresso nel mercato del lavoro consentito dall’acquisizione di competenze digitali: un’evidenza che emerge anche dallo studio più ampio di tutte le economie dell’APEC.
Qui è emersa una tendenza che dovrebbe guidare le osservazioni di chiunque si occupi di lavoro e skill digitali, in azienda come nelle università e nei centri decisionali: nelle occupazioni a più alta presenza di competenze digitali e dove il lavoro in remote è più diffuso, ci sono meno rischi di perdita occupazionale.
Come scrive Rebecca Sta Maria, Executive Director di Apec, nell’introduzione al report: “La pandemia di Coronavirus ha avuto un impatto assolutamente inedito sull’economia del lavoro. Ha amplificato il divario esistente in molti Paesi fra lavoro e skill digitali, creando ragioni sempre più urgenti per investire sulla formazione e sulla digitalizzazione della forza lavoro”.
Un appello che ci sentiamo di fare nostro, e che rivolgiamo a tutti gli stakeholder italiani.
Per avere una copia dello studio originale, potete contattarci qui