Ci rendiamo conto che parlare di lavoro dopo la pandemia nel weekend in cui praticamente tutta l’Italia sta tornando in zona rossa può sembrare fuori tempo, eppure siamo convinti che il modo migliore per prepararsi al futuro sia iniziare a studiarlo quando ancora non è arrivato.
In fondo è quello che facciamo da sempre analizzando ogni giorno milioni di dati, in Europa e nel mondo, per cercare di estrarne tendenze capaci di guidare l’azione di istituzioni, scuole e aziende nel campo delle politiche del lavoro, della formazione e delle Human Resources.
Lo abbiamo fatto di recente negli USA, analizzando il cambiamento nelle skill richieste negli annunci di lavoro scoprendo per esempio una crescita del 158% di esperienza nelle videoconferenze, e anche l’esperienza nelle vendite e nell’organizzazione della supply chain (+132%) diventa fondamentale quando tutto il lavoro di vendita e distribuzione è realizzato da remoto.
Dati che non possono certo considerarsi come transitori: queste modalità di lavoro sono state soltanto accelerate dalla pandemia, ma crescevano sottotraccia già da alcuni anni, segnando una tendenza che è destinata a dare una nuova forma al futuro.
Fra questi trend che stanno già cambiando da tempo il mondo del lavoro possiamo individuarne tre: l’automazione che crea nuovi modi di svolgere compiti che prima richiedevano l’intervento umano, la digitalizzazione che riguarda anche lavori che prima non richiedevano skill digitali, e l’ibridazione fra skill diverse come, per esempio, il design e la programmazione per la creazione di app.
Saranno invece 5 le economie che sentiranno maggiormente le conseguenze positive dell’applicazione di questi trend alla formazione di skill adeguate e, di conseguenza, a un incremento occupazionale che risponda alle richieste delle aziende.
L’economia della sollecitudine che si occuperà di valori come la salute il benessere e la sicurezza delle persone vedrà aumentare la richiesta di persone che sappiano incrementare la resilienza sociale, dagli organizzazioni di servizi di caregiving fino agli assicuratori e agli esperti di Cybersecurity.
Per l’economia della Logistica saranno sempre più richieste figure in grado di assicurare forniture “just in time” mettendo insieme produzione e trasporti attraverso l’integrazione di sistemi tradizionali e internet of things.
La Green Economy, di cui si parla tanto in queste settimane anche in Italia, passerà presto all’incasso delle spinte anche popolari verso una lotta ai cambiamenti climatici che si sta rivelando sempre più urgente: si calcola che già nel 2021 il settanta per cento della nuova energia generata sarà solare o eolica.
L’economia in remote dovrà essere sostenuta da esperti in grado di garantire la creazione e la strutturazione di linee in grado di reggere i sovraccarichi, distribuendo i dati e il lavoro su reti in cloud dove acquisterà sempre più importanza l’uso corretto delle interazioni in realtà virtuale.
L’economia automatizzata e l’intelligenza artificiale non saranno certo rallentate dalla pandemia, anzi la probabilità maggiore è che ci sia una spinta verso la ricerca di personale specializzato in questi settori.
Tutte e cinque queste economie dovrebbero portare all’apertura di un numero di posti di lavoro dopo la pandemia sempre crescente: si parla di un numero variabile fra i 15,5 e i 18 milioni.
Alcuni ruoli attraverseranno tutte e cinque le economie sopra descritte, dimostrando una volta di più come le abilità più richieste saranno quelle di combinare abilità tecniche, competenze umane e caratteriali insieme a conoscenze approfondite di settori specifici.
Un esempio concreto sono gli sviluppatori di software: ne hanno bisogno tutte e cinque le economie di cui abbiamo parlato, ma non esiste uno sviluppatore di software generico…
Ogni operatore deve essere in grado di comprendere le esigenze specifiche del lavoro cui si sta dedicando, declinando le proprie specializzazioni e il proprio specifico modo di apprendere e di entrare in relazione con il cliente a campi fra loro diversissimi, coltivando la voglia di conoscerne le differenze per mettersi al servizio delle singole specificità. Creare una app per un servizio finanziario, per esempio, non può essere la stessa cosa che crearne una per la gestione in remoto della domotica.
Il lavoro dopo la pandemia, insomma, crescerà e anche di molto, soprattutto per chi avrà la capacità di rimettersi in gioco e per chi, nelle aziende come nelle istituzioni e nelle scuole, saprà aiutare gli altri a farlo: quando passerà la tempesta, sarà meglio farsi trovare pronti a navigare.